PAPERINO E LA LEGGENDA DELLO SCOZZESE VOLANTE
Il miliardario Paperon de' Paperoni per curare la sua depressione si decide a comprarsi un animale domestico che rallegri la sue giornate, così acquista uno strano uccellino chiamato Kaibì che ha il rarissimo pregio di mangiare solo mezza sardina la settimana.
Purtroppo le sardine sembrano essere introvabili ai mercati di Paperopoli, ma il miliardario è disposto a tutto pur di saziare il suo animaletto e arriva persino a comprare la più grande industria di pesce inscatolato del paese. Si reca così alla sua nuova proprietà assieme a Paperino e i nipotini, ma qua lo attende una nuova terribile notizia: sono giorni che le flotte rientrano in porto con le reti vuote.
Paperone sprofonda nel dolore, ma i nipoti gli suggeriscono di mettersi lui stesso alla ricerca delle sardine per salvare la sua nuova fabbrica e il piccolo Kaibì. Così a bordo di un peschereccio la famiglia si dirige in mare aperto e dopo alcuni giorni di navigazione avvistano un gigantesco banco di sardine, che, come se fossero inseguite da qualcosa, nuotano all'impazzata. Effettivamente dietro di loro c'è un vascello seicentesco che le incalza: lo Scozzese Volante.
II episodio
Passato il banco e alimentato l'uccellino, Paperone, avendo la barca carica di pesce vorrebbe tornare in porto il prima possibile. Purtroppo però la costa dista una settimana di navigazione e così i nipotini decidono di rigettare le sardine in mare, prima che inizino ad andare in putrefazione.
Dovendo fare rifornimento i paperi attraccano a Tegucigalpa, capitale dell'Honduras. Qui, siccome il Kaibì è di nuovo affamato cercano una sardina, ma tutti gli ridono in faccia dicendogli che è il 3 maggio. I paperi non ne capiscono il motivo finché una strana pioggia comincia a cadere dal cielo: sono sardine e la gente del posto ne fa incetta. Paperone vuole vederci chiaro in questo fenomeno e con un pallone aerostatico buca le nubi, dove lontano da occhi indiscreti si cela lo Scozzese Volante. Il capitano della nave, un certo Pap McPaper, cerca di scacciare questi fastidiosi visitatori finché non riconosce in Paperone un suo lontanissimo discendente. Il capitano racconta la sua triste storia. Aveva depredato le terre dell'Honduras per ben trenta lunghi anni, ma poi aveva compreso il male che aveva compiuto rubando a quella povera gente che viveva nella povertà e così si era ripromesso di donare del cibo, le sardine, ogni anno per trecento anni. Ora mancano otto anni alla scadenza del suo giuramento, ma ogni anno, il vecchio pirata, fa sempre più fatica a mantenerlo. In quel momento Paperone propone al vecchio antenato un patto. Lui avrebbe contribuito a far piovere sardine per i prossimi otto anni, a patto che Pap McPaper smettesse di solcare il mare col suo galeone spaventando così i pesci e rovinando la sua nuova industria di inscatolati.
Quella che sembra tutta una mossa finanziaria volta al maggior profitto è in realtà un sotterfugio per donare a McPaper un meritato riposo senza umiliarlo. Paperone e nipotame ritornano a terra più sereni.
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