Dopo un anno di presenza nella versione a fumetti di Sesame Street il personaggio di Julia sta per debuttare sul piccolo schermo come risultato di una campagna di inclusione dei ragazzi affetti da disturbi dello spettro autistico
Julia canta bene, è curiosa, ricorda a memoria tutte le canzoni che sente ed è autistica. Julia è il nuovo personaggio del mondo Muppet e dopo un anno di frequentazione della versione cartacea e digitale dell'organizzazione no profit che fa riferimento al programma tv Sesame Street sta per debuttare sul piccolo schermo. Nell'episodio che andrà in onda in primavera Julia, ben lontana dall'essere trattata da outsider (come spesso accade con i bambini affetti da autismo), ha un suo posto nel gruppo dei Muppet: gioca con Oscar il brontolone, Rocco scirocco e la fatina Abby. L'episodio 'Meet Julia' andrà su PBS e HBO il 10 aprile.
Il personaggio fa parte di una campagna di sensibilizzazione e inclusione che va sotto il nome di Sesame Street and Autism: See Amazing in All Children (Sesame Street e l'autismo: vedere lo straordinario in ogni bambino) che ha avuto già la sua espressione digitale tramite ebook, app, video con l'obiettivo di mostrare "uno spettro di condizioni caratterizzate da sfide sociali, comportamenti ripetitivi, linguaggio e comunicazione non verbale, come anche punti di forza e differenze".
La creazione e lo sviluppo del personaggio di Julia e di tutta la campagna è stata la conseguenza di anni di consultazione con organizzazioni, esperti e famiglie che hanno a che fare con l'autismo quotidianamente. "Negli Stati Uniti, a un bambino su 68 viene diagnosticato un disordine dello spettro autistico - riferisce Jeanette Betancourt, vice presidente della divisione sociale del Sesame Workshop - il nostro obiettivo è
quello di promuovere una miglior comprensione e di ridurre il marchio che spesso viene inflitto a questi bambini. Stiamo modellando il modo in cui sia bambini che adulti guardano all'autismo con una prospettiva basata sulla ricerca degli aspetti che questi bambini possono condividere". repubblica.it