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HydraFacial: l'alternativa a filler e botox

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Si chiama HydraFacial, arriva dagli States, ed è un trattamento che combina pulizia profonda e idratazione intensa. Per un risultato anti age al pari di un filler (ma senza punturine)

hydrafacial

Terrorizzate dalle punturine? Inorridite dai visi storpiati dai filler indiscriminati, o da quelli marmorizzati dal Botox selvaggio? Per mantenere un viso forever young, una alternativa meno rischiosa, pare, c’è. Arriva dagli States, dove è attecchita nella beauty-obsessed California: e sembra abbia conquistato da Charlize Theron a Beyoncé fino a Paris Hilton e Eva Mendez. Oltre a celeb assortite che lo usano come arma pre-red carpet e pre-cerimonia dell’Oscar, e in tutte quelle occasioni in cui la faccia è sotto la lente di ingrandimento del mondo. È l'HydraFacial (www.hydrafacial.com), un trattamento che combina pulizia profonda e microdermoabrasione, a un peeling, e una idratazione intensa, affidata a un cocktail di antiossidanti, peptidi, e acido ialuronico. Questa pratica soft, non invasiva, non comporta aghi o laser, non richiede tempi di recupero, e promette una pelle radiosa in meno di un’ora, il tempo di andare a prendere un panino in pausa pranzo. Provare per credere.Lo sperimentiamo nella very cool Berlino, sempre più anche destinazione beauty: nell’elegante studio di Birga Hauptmann, fra le esperte di skincare più in voga della capitale (www.hauptmannesc.de). "La procedura è adatta a tutti, indipendentemente dall’età, e dal tipo o colore della pelle", ci dice la radiosa terapista, che tratta da top model a pensionati. "Le controindicazioni? Nessuna". Per un risultato ottimale, consigliata una "cura" di quattro trattamenti a distanza di una settimana, seguita da un soin al mese di mantenimento. "Ma c’è chi, visti i risultati, torna a ripeterlo una volta la settimana". Provare per credere.Il trattamento, che prende di mira iperpigmentazione, pori dilatati, impurità e rughette, inizia con una pulizia di viso collo e décolleté col latte detergente. Poi con un macchinario con manopole per le varie funzioni, Birga effettua la microdermoabrasione, per rimuovere lo strato superficiale della pelle. L’impressione è quella di uno spazzolino rotante sul viso. È il momento della estrazione, effettuata con una manopola a vortice che aspira le impurità dal profondo dei pori (visibili poi nel liquido estratto, impressionante). Segue un peeling a base di acido glicolico e salicilico, in concentrazione adattata alla stagione e al tipo di pelle (nel mio caso 15%); che brucia un po', ma per poco. Poi Birga applica, solo su rughe e rughette, il cosiddetto DermaBuilder, un siero ricco di peptidi. Infine stende su tutto il viso un concentrato di antiossidanti e acido ialiuronico. Lo step finale? La luce Led, per calmare la pelle e stimolare la produzione di collagene. Mi guardo allo specchio: a parte qualche lieve rossore, la mia pelle è distesa e compatta, e con un meraviglioso alone di luminosità. Capisco ora chi vuole ripetere il trattamento ogni settimana. Una abitudine impegnativa, tranne che ci si chiami Paris o Beyoncé: ogni sessione costa dai 150 ai 200 euro (a seconda delle esigenze della pelle e della concetrazione dei preparati). Ma la soddisfazione è assicurata. Un lusso da concedersi ogni tanto. Anche se non si deve calcare il tappeto rosso. di Alessandra Signorelli Vogue.it

regalo x tutte le mie amiche


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