Un viaggio indietro nel tempo, attraverso la buona tavola. Domenica 8 giugno in galleria Guerci ad Alessandria si tornerà nella Francia del XVIII secolo grazie al “Pranzo della Fratellanza”, iniziativa organizzata dalla condotta Slow Food di Alessandria in occasione della Battaglia di Marengo
ALESSANDRIA - Un viaggio indietro nel tempo, attraverso la buona tavola. Domenica 8 giugno in galleria Guerci ad Alessandria si tornerà nella Francia del XVIII secolo grazie al “Pranzo della Fratellanza”, iniziativa organizzata dalla condotta Slow Food di Alessandria in occasione della Battaglia di Marengo, con il patrocinio della Camera di Commercio e del comune di Alessandria, in collaborazione con l'Associazione Commercianti, l'Onav e diverse attività commerciali alessandrine.
“E' la prima volta in cui l'evento viene organizzato di domenica – spiega Luigino Bruni, presidente della condotta Slow Food – ci auguriamo che la città possa apprezzare questa iniziativa”. Nuova anche la location, la galleria Guerci, nel cuore storico della città.
Il pranzo sarà allestito in un'unica tavolata per 70 commensali, come avveniva nelle “Cene della Fratellanza” francesi. Un esperto gastronomo ed esperti di storia napoleonica “racconteranno” i piatti e la loro origine. Non ci sarà, però, il celebre pollo alla Marengo tra le portate del menu. “E' una bella leggenda, ma priva di fondamento”, spiega Bruni. “Napoleone il giorno della battaglia non arrivò neppure a Marengo. Lo fece solo nei giorni successivi. E poi, contrariamente alla leggenda che narra come la cuoca, sapendo l'avversione del generale per il pollo, lo cucinò in modo che non si sentisse il sapore della carne, Napoleone amava questa carne”. Infine, ci sono gli alessandrini che “sembrano non apprezzarlo e non prepararlo nelle loro case”.
L'iniziativa si propone di far conoscere come nel secolo XVIII la Francia stesse giungendo a quei vertici gastronomici che, nel secolo successivo, si concretizzarono nella cucina chiamata oggi (impropriamente) internazionale. La Rivoluzione decretò la fine del lusso anche in cucina, la fine della cucina raffinata nobiliare e delle presentazioni trionfali delle tavole imbandite solo per stupire.
“Abbiamo deciso di sottolineare questa trasformazione epocale della cucina presentando un menu in due tempi – spiega il presidente Slow Food – All'inizio la cucina settecentesca e a seguire quella ottocentesca.” In apertura del pranzo i commensali troveranno sul tavolo un'alzata con alcuni simboli della cucina nobiliare di fine Settecento seguiti da un sorbetto al distillato di vino: poi si passerà al tempo “alla russa”. Le ricette sono tratte dai testi di Palmantier, Grimond dela Reyniere, Brillant Savarin, Antonin Careme e Alexandre Dumas, rivisitate in chiave moderna ma rispettando l'impostazione originale.
“E' la prima volta in cui l'evento viene organizzato di domenica – spiega Luigino Bruni, presidente della condotta Slow Food – ci auguriamo che la città possa apprezzare questa iniziativa”. Nuova anche la location, la galleria Guerci, nel cuore storico della città.
Il pranzo sarà allestito in un'unica tavolata per 70 commensali, come avveniva nelle “Cene della Fratellanza” francesi. Un esperto gastronomo ed esperti di storia napoleonica “racconteranno” i piatti e la loro origine. Non ci sarà, però, il celebre pollo alla Marengo tra le portate del menu. “E' una bella leggenda, ma priva di fondamento”, spiega Bruni. “Napoleone il giorno della battaglia non arrivò neppure a Marengo. Lo fece solo nei giorni successivi. E poi, contrariamente alla leggenda che narra come la cuoca, sapendo l'avversione del generale per il pollo, lo cucinò in modo che non si sentisse il sapore della carne, Napoleone amava questa carne”. Infine, ci sono gli alessandrini che “sembrano non apprezzarlo e non prepararlo nelle loro case”.
L'iniziativa si propone di far conoscere come nel secolo XVIII la Francia stesse giungendo a quei vertici gastronomici che, nel secolo successivo, si concretizzarono nella cucina chiamata oggi (impropriamente) internazionale. La Rivoluzione decretò la fine del lusso anche in cucina, la fine della cucina raffinata nobiliare e delle presentazioni trionfali delle tavole imbandite solo per stupire.
“Abbiamo deciso di sottolineare questa trasformazione epocale della cucina presentando un menu in due tempi – spiega il presidente Slow Food – All'inizio la cucina settecentesca e a seguire quella ottocentesca.” In apertura del pranzo i commensali troveranno sul tavolo un'alzata con alcuni simboli della cucina nobiliare di fine Settecento seguiti da un sorbetto al distillato di vino: poi si passerà al tempo “alla russa”. Le ricette sono tratte dai testi di Palmantier, Grimond dela Reyniere, Brillant Savarin, Antonin Careme e Alexandre Dumas, rivisitate in chiave moderna ma rispettando l'impostazione originale.