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Orange Fiber crea tessuti attraverso il recupero delle bucce di arancia

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Creare un tessuto dalle arance, che sia sostenibile, innovativo e che magari faccia anche bene alla pelle. È nata così la start up Orange Fiber, di Adriana Santonocito ed Enrica Arena, che ormai cinque anni fa hanno cominciato a lavorare a questa idea, che nel 2014 è diventata realtà.

“Il nostro sogno è sapere che ogni volta che qualcuno mangia un agrume, dopo averci conosciute, saprà che lo scarto prodotto finirà nelle mani di due matte che lo trasformeranno in un tessuto sostenibile per consumatori consapevoli”, dicono le due imprenditrici. Che sono partite da un assunto: la volontà di riutilizzare le oltre 700.000 tonnellate di sottoprodotto che l’industria di trasformazione agrumicola italiana produce annualmente, per creare un tessuto sostenibile che risponda all’esigenza di innovazione dei brand della moda.

Tutto è cominciato quando Adriana, che studiava moda, immaginava per la sua tesi un tessuto sostenibile dagli agrumi. Una volta condivisa l’idea con Enrica, le due hanno investito tempo e risorse per perfezionarla. Per prima cosa hanno condotto uno studio di fattibilità con il Politecnico di Milano, poi hanno sviluppato il brevetto, che è stato depositato in Italia ed esteso a PCT internazionale.

Dallo scarto al riuso: il tessuto dalle arance

Orange Fiber è stata costituita a febbraio 2014, ha sede a Catania e in Trentino. Il progetto è stato finanziato da due Business Angel, un avvocato e la società Trentino Sviluppo. A settembre del 2014 la società ha presentato in anteprima – in occasione della Vogue Fashion Night Out– il primo tessuto dalle arance al mondo, composto da acetato da agrumi e seta in due varianti: un raso bianco e un pizzo nero e bianco ottenuti tessendo Orange Fiber con della seta comasca. L’anno successivo, grazie anche al finanziamento Smart&Start di Invitalia, Orange Fiber ha inaugurato il primo impianto pilota per l’estrazione della cellulosa da agrumi. Il progetto è in fase operativa: il primo lotto di tessuto viene venduto e i top brand della moda cominciano a interessarsi di questa nuova realtà.

La loro materia prima è sostenibile perché utilizza materia di scarto e non intacca la produzione alimentare, anzi offre una risposta precisa al problema dello smaltimento del pastazzo. Le loro arance provengono dalla Sicilia – la loro terra – dove ha sede anche l’impianto pilota. Tutti i loro tessuti hanno un aspetto serico, simile alla seta, possono inoltre essere stampati e colorati come i tessuti tradizionali. Il tessuto dalle arance fa bene alla pelle? Anche. Orange Fiber sta infatti lavorando anche per inserire nel tessuto delle microcapsule caricate con oli essenziali di agrumi e un principio attivo. Che a contatto con la pelle, rilasceranno i loro principi emollienti ed idratanti.

Nel 2015 la loro idea ha vinto il Global Change Award, e a inizio 2017 le due imprenditrici hanno vinto la prima edizione italiana del premio per l’imprenditoria sostenibile femminile voluto da ELLE e Le Comptoir de l’Innovation con il sostegno del Gruppo Intesa Sanpaolo.  business.it  di Cinzia Colosimo


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