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Omosessualità fuorilegge in India Un fumetto ci salverà

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Omosessualità fuorilegge in India? Un fumetto ci salverà

Mentre in India e in Bangladesh la comunità LGBT fatica a trovare giutizia, accettazione e ripetto sociale, a scendere in prima linea nella lotta per i diritti sono i disegnatori di fumetti comic book, ma dal volto serio. Succede in India e il Bangladesh, dove in prima linea per la difesa dei diritti LGBT si schierano le penne di fior di disegnatori. Il primo caso, in ordine cronologico, arriva da Bangladesh, nazione ufficialmente laica, a maggioranza musulmana, che ha visto un forte aumento di attacchi da parte di fanatici lo scorso anno, con blogger atei colpiti a morte, scrittori e liberi pensatori presi di mira. L’omosessualità è ancora considerata un crimine punibile, nel peggiore dei casi, con la prigione. Non esattamente il luogo dove potrebbe venire in mente di far partire un progetto a fumetti incentrato su una giovane protagonista lesbica.

Ci ha pensato l’organizzazione Boys of Bangladesh, che da tempo è attiva per la promozione dei diritti dei gay, e che ha “creato” la giovane Dhee, saggezza bengali. La sua storia è quella di una ragazza della classe media, che si scopre attratta dalle ragazze e inizia il suo processo di crescita e di conoscenza della sua sessualità, ma che presto si scontra con scelte fondamentali, drammatiche, ancorate alla tradizione e alla società locale: sposarsi per compiacere la famiglia, suicidarsi o seguire i suoi desideri? Per Boys of Bangladesh si tratta di un ulteriore passo nel cammino di sensibilizzazione generale: «Una discussione pubblica sul tema della sessualità non è possibile, l’omosessualità è considerata una grave colpa: è raro che una persona LGBT si dichiari tale», ha dichiarato il project manager del fumetto, Shakhawat Hossain.

Ma l’esempio è servito ed è recente la nascita di un progetto nella vicina India, che ha messo insieme una importante e completa raccolta di storie create di o ispirate dalla comuntità queer indiana, in particolare di Mumbai, sotto il nome, di The Gaysi Zine: Issue 04 – A Queer Graphic Anthology. Il magazine autoprodotto (grazie al crowdfunding) Gaysi Zineè stata la mente dietro il progetto, fatto di racconti, storie vere, fumetti, illustrazioni. Una piccola gemma per i collezionisti ma di certo una pietra miliare per la comunità LGBT. Per questo progetto sono stati identificati una serie di artisti più o meno noti, di ogni età e di diverse sensibilità. Per parlare di cosa vuol dire, per loro e per la società, essere queer. Con schiettezza, divertimento e senso artistico.Un progetto che arriva nel momento più opportuno. Il governo indiano, come dimostra Human Rights Watch, ha ancora molta strada da fare sul tema del rafforzamento dei diritti della popolazione trasngender. In seguito ad una storica sentenza della Corte suprema indiana, qualche anno fa era stato riconosciuto il terzo genere sessuale, accogliendo una petizione collettiva che chiedeva il rispetto dei diritti fondamentali e una serie di agevolazioni nello studio e nell’impiego. Ma resta ancora aperto il capitolo dedicato alla famosa sezione 377 del Codice penale indiano, risalente alla seconda metà dell’Ottocento, che criminalizza i  rapporti sessuali tra adulti dello stesso sesso: “Anche se raramente utilizzata, la sezione 377 rifonrza l’idea che la discriminazione ai danni delle persone LGBT sia accettabile dalla società”, spiega Human Rights Watch. Ma la discussione, in questi giorni in Parlamento, non ha portato i frutti sperati dagli attivisti. Che sembrano poter contare piuttosto sulla forza di un fumetto. iodonna.it diCristina Piotti



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