Una goccia di pioggia in mezzo a tante potrebbe a prima vista apparire insignificante, ma la storia di Pigrina, insegna un'altra verità.Questa storia comincia in inverno, durante una grigia giornata piovosa, una di quelle giornate in cui quando ti svegli al mattino e apri la finestra, ti invade la tristezza. Certo in quei momenti non pensi che questi giorni siano indispensabili affinché esploda la primavera con tutta la sua vitalità.Le gocce di pioggia scendono dal cielo rapide e fitte, ma lassù sulla nuvola ce n'è una che non ne vuole sapere di scendere sulla terra e si aggrappa caparbiamente alla sua rassicurante nuvola morbida: è Pigrina la goccia pigra, ben nota a tutta la “comunità gocciolesca” per essere una inguaribile pelandrona.La nuvola madre ripetendo un gesto già molte volte compiuto, le dà una spinta decisa, e Pigrina borbottando per il disappunto vola giù sulla terra.
Cade dolcemente in un giardino triste: non ci sono fiori, non ci sono tenere foglie verdi, tutti gli alberi sono spogli, tranne qualche aghifoglio sul quale non è proprio piacevole atterrare.Pigrina si posa fra due zolle scure dove riposa un seme di rosa: ''Che scocciatura essere costretta ad abbandonare la mia nuvola morbida, comunque........ qui non è male, posso nascondermi sotto la zolla e farmi una lunga dormita insieme a questo seme così silenzioso, spero proprio di non essere disturbata!''La mattina dopo, la giornata si apre con un bel cielo sereno ,il sole comincia ad essere più caldo e per prima cosa si impegna ad attirare in alto le goccioline.Ovviamente, conoscendo il tipo, un richiamo speciale e vigoroso è dedicato a Pigrina. La nostra goccia si rigira nella zolla e finge di non sentire, così il sole lancia uno dei suoi raggi più caldi e penetranti e la rapisce verso il cielo.“Non si può proprio mai stare tranquilli, ma che vita è questa …e giù e su, e giù e su, voglio andare in vacanzona!!!!!.” Ma il sole scalda ancora più intensamente e Pigrina si libra nel cielo sempre più su, si riunisce alle gocce sorelle e insieme ricompongono la nuvola.La gocciolina che comunque ha un grande spirito di adattamento, si accomoda dolcemente fra i ciuffi morbidi del cumulonembo e si gode il magnifico panorama.
Un venticello gentile, trascina la nuvola lentamente, su valli, monti e laghi e la goccia vorrebbe stare lassù per sempre. Ma ad un tratto un vento violento riunisce la nuvola a tante altre nubi nere e minacciose e Pigrina si ritrova nel vortice di un terribile temporale. Vertigini…, vertigini... E ruotando all’infinito Pigrina si ritrova vestita di bianco, sulla cima di una montagna Cade dolcemente su un manto candido, tremando per il freddo, e sogna tristemente la sua nuvola che per l'ennesima volta l'ha tradita. Passano i giorni, le temperature si innalzano, la neve si scioglie e Pigrina lascia il suo abito bianco per riprendere il suo usuale aspetto e scivola in profondità fra le rocce. “Ah! Mi pareva che la pace degli alti monti non sarebbe durata a lungo........aiutoooo”. La goccia si ritrova a correre verso il basso in un torrente di montagna e in pochi minuti vive con terrore l'esperienza di una caduta da una altissima cascata. Un po' malconcia ….....mugugnando fra sé arriva a un lago. “Finalmente un po' di pace, basta, voglio restare qui!”Ma ben presto senza accorgersene entra in un emissario e lamentandosi vigorosamente, riprende la sua corsa.Povera gocciolina, sbattuta da ogni parte: sui sassi, sulle rocce, contro la riva. Dopo un po' capisce cosa fare e cerca con grande sforzo di portarsi al centro della corrente, dove la velocità è maggiore, ma gli urti minori.Una mattina, dopo tanti giorni di “navigazione”, arriva al mare.Il sole splende, il cielo è azzurro e il mare immenso scintilla. Pigrina si immerge in quello scintillio, ne diventa parte e le sembra di avere raggiunto il paradiso. Ma il sole scalda forte e la richiama implacabile verso il cielo.
Sono irripetibili gli improperi lanciati come frecce dalla gocciolina pigra, che peraltro ha pure un brutto carattere. Quanti insulti invia al sole, alle nubi, al cielo......., ma non può che salire, salire e. come se non bastasse, un vento impetuoso e dispettoso la prende e con violenza la trasporta lontano su una città.Con miliardi di sorelle forma la nuvola che si gonfia, ancora una volta Pigrina si aggrappa, dibattendosi con tutte le forze per non cadere, finché la nuvola decide di lanciare le goccioline sulla terra. Con l'ennesimo grido disperato cade, cade, cade...... e finisce in un giardino. “Mi sembra di conoscere questo posto, ma era triste, grigio, ora invece........” Il giardino è un trionfo di profumi e di colori: rose, gigli, viole, peschi e ciliegi fioriti, insetti che ronzano indaffarati, c'è aria di festa, aria di vita. Pigrina si posa su una bella rosa gialla. Quasi non fa in tempo ad atterrare, che la rosa amichevolmente le parla come se la aspettasse da tempo: '' Ah! sei di nuovo tu, non ti ho mai ringraziato per quel giorno!” “Quale giorno?” domanda Pigrina. “Quel giorno, quando ero solo un seme e avevo una grande sete, stavo per morire e sei arrivata tu sotto la zolla a salvarmi, grazie, senza di te non ci sarei”. “Ma come? cosa c'entro io? Povera piccola gocciolina trascinata ovunque mio malgrado.” “Senz' acqua non viviamo, non cresciamo, non sei una gocciolina senza senso, sei preziosa perché porti vita.”Allora e solo allora Pigrina capisce …...... finalmente capisce perché è al mondo, perché fatica e soffre, perché non ha mai pace: lei è importante, anzi è vitale per tanti.Il senso della vita, ecco cosa le mancava!!!!! Ma adesso sa che è utile e preziosa, sa cosa deve fare e perché, e una grande gioia, un grande entusiasmo, una vitalità nuova la pervade.Il sole, già preparato alle sue ennesime rimostranze la chiama, e non può crederci quando si accorge che la gocciolina che vola più veloce di tutte verso il cielo è proprio lei: la famigerata, scansafatiche cronica Pigrina. “Dimmi sole, presto, dove devo andare? Cosa devo fare? Sono pronta!” Da quel giorno fra il generale stupore del mondo gocciolesco, Pigrina diventerà la gocciolina più entusiasta e attiva che mai si sia vista in cielo e il sole dopo un po' non potrà fare a meno di cambiarle nome e in memoria della sua storia, la chiamerà: “figlia della rosa”.Perché nessuno ci è padre o madre come chi ci fa comprendere il senso della vita. qumran2.net