Il gatto robot Doraemon, la rana aliena Keroro, il popolo, insomma, dei fumetti giapponesi ha trasformato per un pomeriggio il Decumano nella pagina di un manga o nel frame di un anime. E dove non ci sono i protagonisti delle nuvolette Tokyo piazza, per celebrare la sua giornata nazionale all’Expo di Milano, l’icona di Hello Kitty, la creatura dell’azienda Sanrio che è diventata negli anni una macchina per soldi planetaria. Mentre tra i padiglioni va in scena una festa coloratissima, che accalca ancora più gente fuori dal palazzo del Sol Levante di quanta già non ne venga tutti i giorni, con code sotto il sole che sfiorano l’ora di attesa, in centro a Milano si parla di affari. Duecento imprese tra giapponesi ed europee si sono scambiate in una staffetta di due giorni (ieri e venerdì) biglietti da visita e proposte commerciali nei settori dell’alimentare (dall’agricoltura al confezionamento, dalla conservazione alla tracciabilità), dell’energia e dell’ambiente. Tema, quest’ultimo, strategico per il governo di Tokyo che proprio a Expo ha voluto riabilitare l’immagine della regione di Tohoku, dove sorge la centrale nucleare di Fukushima, colpita nel 2011 da un terremoto e dal conseguente tsunami. Nei giorni scorsi il governo ha annunciato che a settembre potrebbe revocare l’evacuazione di Naraha, località sgomberata dopo l’incidente all’impianto di energia atomica, mentre nel reattore nucleare numero uno della Sendai nella prefettura di Kagoshima si torna a caricare combustibile dopo il blocco totale del post Fukushima. Ieri a Expo il governo del primo ministro Shinzo Abe è stato rappresentato dalla first lady, Akie Abe, dal ministro all’Agricoltura, Yoshimasa Hayashi e dal viceministro dell’Economia, Daishiro Yamagiwa, che ha ricordato come Tokyo scommetta sulla «produzione di massa di Euglena», una micro-alga ricca di proteine, come alimento per fronteggiare la malnutrizione globale. Una battaglia che per Maurizio Martina, ministro italiano dell’Agricoltura, il Sol Levante deve portare al centro del «G7 dell’anno prossimo», a guida giapponese, sulla scorta del «profondo impegno per i contenuti della Carta di Milano», il manifesto contro gli sprechi e la fame nel mondo che vuole rappresentare l’eredità immateriale di Expo.Ieri mattina ha fatto la sua visita-lampo ai padiglioni anche il presidente del Brasile, Dilma Rousseff. L’inquilina del Palacìo do Planalto è arrivata sul sito dell’Esposizione prima dell’apertura mattutina dei cancelli. Come le frotte di turisti che ogni giorno attendono a lungo prima di accedervi, anche la Rousseff ha camminato sulla rete del palazzo nazionale e poi ha visitato il vicino padiglione Zero, il simbolo di Expo, insieme al commissario unico, Giuseppe Sala, e al ministro Martina, che ha detto: «La Rousseff è rimasta colpita dal valore emotivo ed educativo che il progetto del padiglione riesce a riunire».di Luca Zorloni ilgiorno.it