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Channel: club dei cartoni
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USA indagato a 10 anni: possedeva un Death Note

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Pittsburgh (Pennsylvania) – Talmente incredibile da essere vero. E’ l’ ottavo caso accertato negli Stati Uniti a partire dalla messa in onda, nel lontano 2006, dell’ anime (cartone animato giapponese) ispirato all’ omonimo fumetto di Tsugumi Oba e Takeshi Obata “Death Note”. La serie racconta le vicende del giovane studente Light Yagami– tanto brillante quanto annoiato – che riceve da un Dio della Morte un quaderno, apparentemente innocuo, sul quale scrivere i nomi di coloro la cui vita merita di essere stroncata prematuramente. E’ pura finzione, ovvio; la “moda” di possedere un “quaderno della morte”, tuttavia, pare essere presa molto sul serio dagli studenti americani che, sin dalla tenera età, non lesinano ipotetiche “condanne a morte” ad amichetti, insegnanti, rivali in amore.
Cosa succede, però, quando quella che sembra essere una macabra – ma innocente – tendenza diventa un reato vero e proprio? L’ ultimo detentore di un casereccio “Death Note”, indagato proprio per questo motivo, risiede a Pittsburgh, Pennsylvania e – dettaglio ancor più allucinante – ha a malapena dieci anni. La cronaca dei surreali fatti è presto nota, e ricorda quella dei sette precedenti casi legati alla serie anime “Death Note”. Il bambino aveva dimenticato l’ inquietante blocchetto sul muro dell’ istituto da egli frequentato, la Stewart Elementary School a Lower Burrell. Immediate sono scattate le immagini, soprattutto dopo aver scoperto che, sul “Death Note” del novello Light Yagami, vi erano riportati almeno sei nomi di studenti che frequentavano la medesima scuola.
Mentre la Pennsylvania intera si chiede se sia eticamente giusto perseguire penalmente un bambino per il possesso di un oggetto tanto “trash” quanto innocuo, le domande che aleggiano nelle menti dei benpensanti sono ben altre. La prima riguarda certamente la forse cattiva influenza che cartoons, videogames e fumetti esercitano sulle menti più plasmabili, come quelle di bambini ed adolescenti. Non tutti i fan di “Death Note”, però, hanno messo in pratica le sadiche regole del quaderno posseduto dal protagonista del manga: si tratta di casi isolati, seppure in inquietante crescita. Il dibattito resta aperto da decenni oramai, mentre la seconda, scontata domanda imperversa nelle nostre menti: in tutto questo trambusto, qual è il ruolo delle famiglie e delle istituzioni scolastiche? Dove erano la madre e il padre di questo bimbo, quando il loro pargoletto si dilettava a condannare, nella propria influenzabile mente, a morte i suoi compagnetti? Domande destinate a non ottenere una risposta plausibile. I “Death Note”, intanto, continuano a mietere sospensioni e denunce. tratto da vnews24.it


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